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La storia di Cuba

Le prime informazioni sull’isola, oggi, sono ricavate da ricerche archeologiche che testimoniano come la presenza umana in questo luogo si registrasse già a partire dal 3500 a.c. Si trattava di popolazioni amerindie, dedite principalmente ad attività di caccia e pesca, che si insediarono sia nella parte occidentale che orientale ed intorno all’anno 1000 si fusero con i Taino, popolazione di agricoltori in fuga da Hispaniola (Santo Domingo).

“La terra più bella che occhio umano avesse mai visto”, con queste parole il navigatore genovese Cristoforo Colombo definì l’isola, dove sbarcò nel 1492, con la convinzione di aver raggiunto un lembo d’Asia. Proprio lui contribuì, pur errando, a farla conoscere per la prima volta ed è a partire da questa scoperta, infatti, che si avvicendarono molte dolorose conquiste. Con una spedizione ispanica guidata da Diego Velasquez, sbarcato a Baracoa nel 1512, ebbe inizio una lunga e feroce dominazione coloniale nella quale persero la vita i primi difensori dell’indipendenza dell’isola, tra cui oggi si ricorda il valoroso capo indiano Hatuey.

Casa della musica a Remedios in stile coloniale spagnoloCuba fu sfruttata a piacimento dai conquistadores di turno, che ne fecero uso sia come base di conquista dell’America latina, che come supporto di approvvigionamento alimentare di canna da zucchero, bestiame e tabacco. Sull’isola le pressioni sui locali furono talmente feroci che presto portano ad uno sterminio della popolazione. Alla mancanza di manodopera da sfruttare i colonizzatori vi sopperirono con la tratta degli schiavi deportati dall’Africa.

Tuttavia la supremazia spagnola, lentamente, avrebbe perso il suo predominio, in quanto venne indebolita dalla presenza francese, olandese e inglese, che via via si spartirono le isole dei Caraibi, compresa Cuba. Non solo, una volta affrancati dalla Gran Bretagna anche gli Stati Uniti si sarebbero interessati ai Caraibi. Sull’isola quest’incalzante pressione coloniale accese tra le sue genti, a partire dal 1868, un vivo sentimento di protesta contro l’esasperante situazione di dominazione. Proprio questo malcontento avrebbe dato avvio alla guerra d’indipendenza.

Due figure si distinsero per il loro valoroso contributo nella lotta di liberazione di Cuba: Carlos Manuel De Cespedes e Josè Martì. Quest’ultimo, già alla fine del XIX secolo, aveva fiutato le mire espansionistiche americane. Infatti, a causa dell’affondamento di una nave americana poco distante dal porto di Avana, gli Stati Uniti colsero l’occasione per dichiarare guerra agli Spagnoli. Tale intervento avrebbe fatto guadagnare loro oltre a Cuba, le Filippine, Puerto Rico e Guam. Da allora i nuovi conquistatori abusarono dell’isola, trasformandola nella terra del bengodi della malavita organizzata e dei giocatori d’azzardo. Gli Stati Uniti, infatti, si sarebbero assicurati una stagione di controllo, grazie alla salita al potere di Fulgenzio Batista datata 1952, ottenuta con un colpo de estado. Il dittatore filoamericano fece dell’Avana, capitale dell’isola, il centro caraibico della frivolezza e dello svago per gli Americani.

Al regime corrotto e spietato di Batista si oppose la figura di Fidel Castro, un giovane avvocato che organizzò la ribellione per spodestare il dittatore in carica. Se i primi interventi sovversivi, intentati dai rivoluzionari guidati da Castro, come l’assalto alla caserma Moncada di Santiago de Cuba, si rivelarono disastrosi, visto la perdita di molti uomini e l’arresto del loro leader, qualche anno più tardi ci sarebbe stata la svolta.

Castro infatti, ottenuta la libertà grazie al suo intenso discorso di autodifesa, intitolato “La storia mi assolverà”, lasciò Cuba per dirigersi in Messico, laddove riorganizzò l’attacco a Batista. Così il 25 novembre 1956, a bordo del Granma, Castro ed altri 81 rivoluzionari salparono dal Messico alla volta di Cuba.

Mausoleo del Che a Santa ClaraDopo sette giorni di navigazione i ribelli approdarono sulla costa meridionale dell’isola,dove accusarono un duro colpo sferrato dagli uomini di Batista, al seguito del quale si rifugiarono sulle montagne della Sierra Maestra. Tutti i leader dell’azione erano sopravvissuti, tra di loro si contavano oltre a Fidel Castro, il fratello Raul, Camilo Cienfuegos ed un giovane medico argentino, Ernesto Guevara, che presto si rivelò braccio destro di Castro. Operando attraverso due tipi di guerriglia, l’una di logoramento del potere e l’altra di costante azione urbana, l’ejercito rebelde lentamente espugnava luoghi strategici guadagnando la simpatia del popolo cubano. Con l’attacco sferrato dal Che, che fece deragliare un treno carico di armi dell’esercito nemico, il 30 dicembre i ribelli presero Santa Clara, mettendo in fuga volontaria Batista.

Uscito di scena Batista i mutamenti furono rapidi, infatti, venne instaurato un governo provvisorio imposto dalla regia americana, che ben presto fu costretto a farsi da parte per l’intervento di Castro. Il 1 Maggio 1960 veniva revocata la costituzione e con il sostegno dell’Unione Sovietica prendeva il via il governo rivoluzionario di Fidel che, in cambio degli aiuti finanziari, tecnici, scientifici ed economici, ricevuti della potenza amica, forniva tonnellate di zucchero. La risposta Americana a questa complicità non si fece attendere, presto infatti si manifestò con l’imposizione dell’embargo, nel marzo del 1961, ancora oggi in vigore. Non solo, a Miami la Cia addestrò gli esiliati cubani, i quali fecero ritorno in patria sostenuti dalla potenza americana. Memorabile fu lo sbarco di mille e più uomini controrivoluzionari nella Baia dei Porci che, nonostante l’imponente forza, furono presto sconfitti. Quest’azione fece crescere il prestigio di Fidel e del suo governo, il quale nel 1962 rispose all’attacco, intentato per mano americana, con la volontà di installare missili a media gittata e armi nucleari forniti dall’Unione Sovietica. Tale intento fece temere per il peggio, perché l’allora presidente americano Kennedy intimò di smantellare le armi e mise in allerta l’esercito.

Tutto il mondo fu scosso all’idea di un nuovo conflitto mondiale perciò, probabilmente, i sovietici seguirono la richiesta americana a patto che il loro esercito non invadesse Cuba.

Ad oggi l’ostilità tra Cuba e la potenza Americana non si è mai allentata, registrando continuamente momenti di tensione, anche per via dell’invalidante embargo che relega da decenni l’isola.

Capitolio - l'havanaDa che Castro e i suoi salirono al potere a Cuba si ebbe la rivoluzione socialista, che consistette nella lotta contro l’analfabetismo, nella realizzazione di un’efficiente assistenza sanitaria, di una politica egualitaria e nel desiderio di contribuire al benessere collettivo. Proprio per i risultati positivi ottenuti in campo sociale ed apprezzati tutt’oggi, nei campi in cui la rivoluzione ha concentrato i suoi sforzi, Cuba si è retta fino ad ora a faro dei paesi in via di sviluppo.

Nel periodo della dominazione castrista, però, Cuba ha vissuto momenti di grande privazione, sia per le ristrette possibilità di azione in cui il regime ha costretto il popolo, che per le crisi economiche che si sono avvicendate negli anni. Tra le principali cause che hanno confinato Cuba in una condizione di arretratezza, abbiamo già parlato dell’embargo prepotentemente imposto dagli USA che insieme ai tagli al sostegno economico garantito dall’Unione Sovietica, affondarono duri colpi per la stabilità del paese.

Un grave tracollo, per Cuba, si ebbe con la crisi del blocco Sovietico, alla fine degli anni ’80, questo si tradusse in un taglio netto degli aiuti e delle sovvenzioni sovietiche, donate in cambio di zucchero cubano. E’ questo il periodo speciale di vera e propria sopravvivenza economica che tutt’oggi viene ricordato nei racconti dei cubani con aneddoti angosciati. Le prime schiarite a quest’austerità si ebbero nel 1995, quando finalmente l’isola intravide nel turismo una fonte indispensabile per la ripresa.

resort turistico a CubaCon gli anni, a Cuba, proprio l’industria turistica è lentamente cresciuta, rappresentando un caposaldo per lo sviluppo dell’economia del paese ed un fattore di priorità nazionale.

E’ presto spiegato, allora, perché incontrerete un poliziotto quasi ad ogni angolo della strada, soprattutto nella capitale; per un paese che ogni anno riceve quasi due milioni di turisti la delinquenza, infatti, è diventata l’ossessione del regime!

Concludendo questo percorso in seno all’intricata storia di Cuba, non possiamo tralasciare gli ultimi sviluppi accaduti di recente che sembrano dar corso ad una nuova era per l’isola.

Proprio all’inizio del 2008 Fidel, il leader maximo, ha preso congedo dall’incarico che rivestiva da oltre mezzo secolo, designando come suo successore il fratello Raul. A questo passaggio storico il mondo intero ha assistito con trepidazione e bramosia, soprattutto manifestata da parte di coloro che vedono in Cuba un paradiso economico incontaminato ancora tutto da conquistare.

Sull’isola lo stesso Raul ha dato adito a questi desideri annunciando tutta una serie di cambiamenti e aperture cui andranno incontro i cubani. Proprio la gente ha accolto con favore, ma guardinga, i proclami di questa che si annuncia come una svolta che cambierà il loro futuro, tanto che non è raro udire nei loro discorsi, ancora incerta e stretta fra i denti, la parola "volverà" ovvero cambierà.

Come e quanto cambieranno le cose in questo paese sarà il tempo a mostrarcelo, sperando che le pratiche di globalizzazione più aggressive siano tenute alla larga da questo luogo che, nonostante le dure traversie passate e le ristrettezze in cui vivono ancora le sue genti, ha mantenuto un aspetto umano oltre che dignitoso.



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